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I luoghi di Giovanni Paolo II

I luoghi di Giovanni Paolo II

"Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell'infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime".

Ci sono luoghi capaci di mettere a tacere le preoccupazioni quotidiane, dove la bellezza e la quiete rendono più facile l’ascolto e il contatto con la spiritualità. Spazi dove ricaricarsi e rigenerarsi. Le Dolomiti Bellunesi sono anche questo e così le descriveva San Giovanni Paolo II. 

Papa Wojtyla, abituato alle scalate estive nei suoi amati monti della Polonia, alle sciate invernali ed alle discese in kayak su torrenti agitati, ha trovato nel Cadore e nel Comelico il luogo ideale per trascorrere più volte qualche giorno di riposo e vacanza. 

Ospite della residenza di Mirabello a Lorenzago di Cadore, il Papa amava camminare e meditare circondato dalla natura. A scandire le giornate del Pontefice c’erano passeggiate semplici, ma anche escursioni più impegnative, momenti di lettura e riflessione nella tranquillità di un bosco o dello scorrere di un torrente e incontri con gli abitanti e con i turisti.

Ripercorrendo i sentieri e i luoghi frequentati da Papa Wojtyla e in seguito da Benedetto XVI potrai rallentare, rigenerare corpo e mente e percepire quello stesso senso di stupore, calma e spiritualità.

Curiosità e suggerimenti

  • Il Museo dei Papi a Lorenzago custodisce fotografie e oggetti appartenuti a Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI.
  • Immerso nei boschi di abete bianco, alle spalle della villetta di Mirabello, è stato inaugurato nel 2014 un santuario all’aperto dedicato al Papa.
  • «Voleva acqua delle nostre cascate, che aveva visto pochi minuti prima. » È la testimonianza di Rosalia Martini Barzolai che gestiva il Rifugio Berti in Comelico meta delle escursioni del Papa. I rigidi protocolli di sicurezza poi non lo permisero, ma quello era il suo desiderio, come per molti.
  • “Nei momenti di riposo e, in particolare, durante le ferie, l’uomo è invitato a prendere coscienza del fatto che il lavoro è un mezzo e non il fine della vita, ed ha la possibilità di scoprire la bellezza del silenzio come spazio nel quale ritrovare se stesso per aprirsi alla riconoscenza e alla preghiera.” (da Angelus, 1996, Pieve di Cadore)

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