Viene costruita in stile tardo barocco nel 1743, su progetto dell'architetto Matteo Pamperch, nel luogo in cui si trovava la chiesetta dedicata alla Beata Vergine di Monte Ortone.
L'interno, poco illuminato, non rende giustizia ai tre altari presenti: quello maggiore e i due minori dedicati a S. Filomena e a S. Anna. Si distingue dalle altre la pala posta sull'altare di destra e proveniente dalla chiesa di S. Giustina. L'artista, ignoto, raffigura Maria che porge il Bambino a S. Antonio sotto lo sguardo di S. Francesco e di S. Giovannino.
Questa chiesetta ha il pregio di veder introdotto ad Auronzo un nuovo stile architettonico, processo che coinvolge molti paesi viciniori ancora legati alle forme del gotico.
La chiesa viene intitolata alla Madonna delle Grazie in seguito a un voto fatto dagli auronzani per risolvere le annose liti con Dobbiaco inerenti al possedimento di diversi terreni. Si decise allora che il confine tra le due comunità sarebbe stato tracciato nel punto d'incontro di due donne, una partita da Auronzo e l'altra da Dobbiaco. Il canto del gallo avrebbe determinato l'orario di partenza. L'auronzana, grazie all'uso "improprio" del ferro da calza, svegliò il gallo in anticipo e poté così percorrere quindi più strada. L'incontro avvenne al ponte della Marogna, posto dopo Misurina, luogo che tutt'oggi segna il confine tra Veneto e Alto-Adige.
A ricordo dell'evento, sul tetto, sopra l'abside, campeggia il gallo, realizzato in ferro, con i tre fori lasciati dal ferro da calza.
Una curiosità: il viale alberato che si percorre attualmente costeggia il retro della chiesa, il tracciato originario si trova infatti davanti alla facciata. La chiesa segnava inoltre il confine tra le frazioni di Villagrande e di Villapiccola.
Chiesa della Madonna delle Grazie
Cadore Tre Cime Comelico
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