Le ricchezze della Sinistra Piave bellunese non sono solo ambientali o sociali, ma anche storico-culturali. Una testimonianza preziosa è rappresentata dal Museo del Piave "Vincenzo Colognese" di Caorera di Setteville.
Fondato da Don Antonio Pavan e Vincenzo Colognese, il museo è nato con l'intento di tenere viva la memoria degli avvenimenti della Prima Guerra Mondiale, un conflitto che, tra il 1917 e il 1918, ha segnato in modo drammatico le pendici del Grappa.
Come si legge anche nel sito ufficiale del museo, "presentare questo Museo non è cosa semplice: anche il visitatore più attento potrebbe, a prima vista, non comprendere il criterio seguito dall'Associazione "Museo del Piave Vincenzo Colognese" nella scelta degli oggetti esposti. Infatti, i motivi che hanno dato vita al Museo non vanno cercati esclusivamente nella volontà di una ricostruzione storica, ma soprattutto nel desiderio di condividere esperienze di vita vissuta, sogni e delusioni che hanno segnato non solo le pietre di questo glorioso fiume, ma anche i cuori dei popoli, in guerra e non".
E', dunque, un museo "fatto col cuore", relaizzato dalla gente che quegli anni li ha vissuti davvero, ed è proprio questo che si spera di trasmettere ai visitatori: un'emozione, non una fredda esposizione museale. Tutti i pezzi esposti sono originali e frutto di anni di appassionata ricerca. Per questo motivo, quanto visibile oggi rappresenta solo una parte: l'obiettivo è continuare ad arricchire il museo in ogni suo aspetto.
Una delle sue particolarità, infatti, è quella di essere un museo "aperto", in continua evoluzione, che cresce grazie al contributo di oggetti e memorie non solo da parte di chi fu coinvolto direttamente o indirettamente negli eventi, ma anche da parte di tutti coloro che si sentono legati a questo frammento di storia veneta, italiana, europea e mondiale.
Numerosi sono stati i gemellaggi significativi, come quelli con il Museo di Caporetto e con il Museo di Storia Militare di Budapest. Nel 2005 è stato inaugurato un nuovo salone di circa 300 mq dall'Arciduca Georg d'Asburgo (nipote dell'Imperatore Carlo I d'Asburgo), con esposizioni straordinarie: la bandiera originale austriaca e ungherese; una mostra fotografica con piantine geografiche degli Honvéd; una barca pontone austro-ungarica riaffiorata dalle sabbie del Piave a Ponte di Piave; reperti unici come spade, fucili, mitragliatrici e pistole; un'esposizione di 300 aeromodellini; i modelli in scala dell'areo del Barone Rosso e dello SPAD XIII di Francesco Baracca.
Da sottolineare anche la presenza nel museo della statua della Madonna del Piave, simbolo di fede e speranza, che conitnua a ispirare devozione e raccoglimento.
A raffaorzare ulteriormente il valore umano del museo, si aggiunge una mostra fotografica dedicata al ruolo delle donne nella Grande Guerra, testimoniando il coraggio e il contributo femminile in un momento storico drammatico e decisivo.
Grazie all'impegno del Presidente Paolo Colognese Zoppas, del Vicepresidente Agostino Miuzzo e di tutti i volontari, questo straordinario progetto continua a vivere e crescere, con l'obiettivo di conservare la memoria, raccontare la storia e non dimenticare mai il passato.