Era il 1997 quando Sergio Sanvido inaugurava il Museo Storico della Bicicletta, intitolato alla memoria di un grande del passato, il veneziano Toni Bevilacqua, campione del mondo nella disciplina dell’inseguimento nel 1950 e 1951. Inizialmente, il museo trovava posto presso l’abitazione di Sergio, al piano terra, vicino allo storico negozio di biciclette che tuttora porta il suo nome.
Nel 2007, lo stesso Sergio dona buona parte della sua collezione al Comune di Cesiomaggiore ed essa viene quindi trasferita presso l’ultimo piano della scuola primaria del paese, risistemato ed allestito per ospitare la nuova sede del Museo. Quest’ultimo vanta una delle raccolte più complete e interessanti d’Italia, dove tutti i pezzi esposti sono rappresentativi e legati alla storia del ciclismo e ai suoi protagonisti. Si trovano infatti esposti i precursori delle moderne biciclette: un celerifero in legno dipinto di fine Settecento; due bicicli Michaux, che rappresentano le prime macchine a pedali, e pure alcuni grand-bi. Le biciclette raccolte da Sergio provengono da tutt’Europa: un’ampia sezione, collocata proprio all’inizio del Museo, è dedicata alle bici da lavoro, utilizzate fino agli anni ’50 del Novecento (si possono vedere i mezzi dell’arrotino, del gelataio, del tostatore di caffè, del postino e anche del pompiere). Una parte corposa è dedicata pure alle biciclette per bambini e ai tricicli ed un’altra alle biciclette in uso nell’esercito. Segue quindi una sezione dove i vari pezzi sono disposti in ordine cronologico, permettendo di comprendere l’evoluzione tecnica del mezzo, dall’Ottocento al Novecento.
Importantissimo è poi il nucleo di biciclette sportive, legate ai grandi campioni del ciclismo: Coppi, Bartali, Nencini, Moser, Pantani, solo per fare alcuni nomi. E, accanto a queste meraviglie della tecnica, non mancano cimeli e memorabilia legati al mondo delle due ruote e alla storia del ciclismo: le maglie firmate dai campioni, le spettacolari copertine della “Domenica del Corriere” disegnate da Achille Beltrame tra il 1900 e il 1945, foto d’epoca e tanto altro. Anche chi non ha mai sentito parlare di Saronni o di Moser e non sa cosa sia una pedivella, resterà meravigliato dalle storie e dalle avventure che queste biciclette sanno narrare. Una curiosità: sempre per volere di Sergio, a Cesiomaggiore strade, contrade, vie piccole e grandi, piazze, sono tutte dedicate ai campioni del ciclismo come Ottavio Bottecchia, Alfredo Binda, Louis Bobet e molti altri, insieme pure ai mitici personaggi che con gli atleti hanno fatto la storia di questo sport.
Per questo motivo Cesiomaggiore è conosciuto anche come il “Paese del Ciclismo”, unico al Mondo.